Un weekend in fuga Racconto

Il racconto “Weekend in fuga” porta tre donne moderne lontano da casa. Sono madri, mogli e lavoratrici; incastrano tutti gli impegni al minuto per non dimenticare niente. Anche per loro arriva il fondo, la necessità di fermarsi, di staccare la spina. Con un’organizzazione perfetta, per evitare che chi resta abbia anche il minimo problema, si organizzano un weekend in uno stabilimento termale. Il Trentino le accoglierà, durante il periodo natalizio, per due giorni di relax. All’insegna della complicità tra amiche, dello shopping, del riposo. Ma la famiglia? Le mogli e mamme restano tali anche quando tutto è organizzato. Il pensiero della famiglia è sempre presente. La vacanza è bella, rilassante, ma ognuna di loro desidera tornare a casa. Perché una volta ogni tanto, basta.

“Finalmente arriva il tanto sognato venerdì. Non fa freddo, non piove. Le valigie aspettano le tre donne. Durante tutta la settimana hanno lavorato in ufficio, stirato e cucinato, scritto e appeso fogli ovunque. Tutto è stato detto e ripetuto decine di volte. I mariti hanno assistito sempre più preoccupati a tutti i preparativi.

È ora di partire. Sotto casa di Lalla ci sono le tre famiglie al completo. Le valigie di tutte sono caricate sulla macchina di Lalla, tutti i bambini sono baciati e abbracciati, i mariti sono baciati e rassicurati.

Le raccomandazioni sono le stesse per tutti:

– Stai attento ai bambini, chiudi il gas. Ti chiamo quando arriviamo. Se hai bisogno chiama. Ti ho scritto tutto.

I mariti hanno lo sguardo del cucciolo abbandonato, ma sotto i baffi ridono.

– Dai possiamo sopravvivere due notti. Dopo tutto i bambini non sono belve. Abbiamo già organizzato una pizza di gruppo. Faremo notte giocando a poker e fumando.

– Siete impazziti? E i bambini? Andranno a dormire dai nonni?

– Ti stiamo prendendo in giro, Lalla. Ci troviamo per una pizza, ma facciamo tutto per bene!

– Birbante, vuoi farmi morire…

– Partite tranquille, andrà tutto bene. E quando tornate…

– E quando tornate…

– Partiamo noi….!!!

– Se fate tutto per bene, si può fare…

– Mamma, quando torni?

– Torno domenica!

– E chi mi dà il latte?

– Lo farà il tuo papà…

– Ci lascia la pelle…!

– No, tesoro. Gli ho spiegato come fare per non farla venire. Vedrai mamma torna presto!

L’addio è straziante. Alla fine, i tre mariti, spingono in auto le mamme che stanno pensando di non partire più.

È così che incomincia il viaggio: bel viaggio in auto! Tristi da buttar via, pensando ai bambini che salutano con i visetti mogi, in braccio ai papà sempre più perplessi.

I dialoghi in auto sono misti a sospiri e a soffiate di naso. Terry chiama due volte suo marito per ricordargli cose che gli ha già ripetuto. Guardano scorrere il paesaggio dal finestrino dell’auto. È un viaggio senza le solite chiacchiere da donne.

Arrivano all’hotel in tarda serata. Quando l’auto si ferma, tutte e tre sospirano: – È fatta!

La porta a vetri si apre e le tre profughe entrano in un paradiso di marmi, fontane e ottoni.

Le accoglie un giovanotto biondo, spettacolare e con un sorriso incredibile.”