Il liutaio fiorentino Racconto

Il liutaio fiorentino è un racconto che ho creato per una mia amica. Aveva bisogno di una bella storia d’amore. Semplice, lineare, romantica e a lieto fine. Ho ricordato una bella vacanza in Toscana, ho ricordato le mie belle peregrinazioni per Firenze. Ho chiuso gli occhi e visualizzato un giovanotto, alto, muscoloso, gentile e molto ben educato. Ne è nato un personaggio particolare. Una storia lineare e semplice. Niente di sconvolgente, un racconto rilassante. Durante una calda estate, una giovane giornalista visita Firenze e incontra Guido. Ne nascerà un amore fresco. La mia amica l’ha letto con piacere e voi?

Lulu

“Il suo programma di lavoro prevede la visita dei Giardini di Boboli e il pomeriggio la visita di Volterra. Si guarda allo specchio. Un trucco leggero, un sorriso soddisfatto e un po’ complice, un abbigliamento leggero e sportivo. Macchina fotografica, taccuino, guida di Firenze, tutto in una grossa borsa. Occhiali da sole sulla testa e un foulard legato al manico della borsa. Ecco la “divisa” da giornalista e da turista.

Alle 9,15 l’auto della redazione si ferma nel parcheggio dei Giardini di Boboli. È presto. Sono pochissime le persone che già passeggiano nel parco. Firenze, ai piedi della collina, si sta svegliando lentamente. L’aria è fresca, ma il cielo è limpidissimo, quindi presto farà molto caldo.

Simona fa un primo giro segnando diligentemente le statue, le costruzioni, i dettagli più particolari. Si siede poi su una panchina e legge con attenzione la descrizione della guida.

I giardini sono un posto meraviglioso. Ci sono tantissime cose da vedere, statue, angoli ombreggiati e silenziosi. C’è tanta storia da conoscere. Simona nota molti turisti che fotografano le opere, mamme che spingono le carrozzine o che tengono per mano i bambini, anziani che passeggiano e si siedono sulle panchine all’ombra, ragazzi che stendono una coperta sui prati e anche persone con i portatili che cercano un angolo tranquillo per lavorare. Visita il giardino e poi osserva la gente che lo affolla all’ora di pranzo. A parte i turisti, i fiorentini considerano il giardino un luogo sereno in cui tornare spesso. È vero che fa caldo, ma l’ombra degli alberi, i profumi delle piante e dei fiori, la tranquilla serenità del posto, rendono il giardino un posto in cui rifugiarsi per sfuggire all’afa della città.

Sono passate le 12,30. Simona corre all’auto, che è bollente. Non ha tempo di rinfrescarla e quindi mette l’aria condizionata al massimo mentre si districa nel traffico. Arriva appena in tempo davanti al bar, Guido la sta aspettando con un’altra rosa in mano. Simona cerca un posto per l’auto, ma è un’ora di punta e non c’è proprio posto.

Ripassa davanti al bar e chiama Guido: – Sali per favore, cerchiamo un altro posto dove mangiare…

L’abitacolo dell’auto ormai è fresco, lei non è più sudata, Guido profuma di bagnoschiuma ed ha i capelli ancora umidi. Ha una polo arancione, i jeans e le scarpe da tennis. Sul viso e negli occhi c’è dipinta la gioia più assoluta.”