Il camerino delle sparizioni – Racconto

Il camerino delle sparizioni (L):

Il camerino delle sparizioni è un racconto che è nato dalla prima leggenda che ho letto. Alcune donne, a volte,  entrano nei camerini di prova dei negozi di abbigliamento e non ne escano più. È successo davvero.  Se parlate con un uomo, vi dirà che le donne sembrano sparire, ma alla fine ritornano, cariche di abiti da acquistare… Ebbene, i casi sono isolati, in vari paesi del mondo, ma sembra che siano legati alla tratta delle bianche o alla vendita di organi. Bisogna stare attenti, entrare con circospezione in un camerino… Se ci si sente osservate, magari uscire subito… Ebbene. Da questa leggenda nasce il mio racconto. La protagonista, Lynn, è una donna maltrattata. Ha contattato un associazione che le permetterà la fuga e il cambio d’identità.
Qualcosa però, non va come si aspettava. È veramente duro il suo sopravvivere, ma poi incontrerà Emily e la sua fuga, la sua nuova vita cambierà. Sarà una fuga rocambolesca, ma la libertà è a portata di mano. Il finale di questo racconto è inaspettato e diabolico.

“L’inizio di una nuova vita, incomincia con le ruote di un aereo turistico che si stacca dal suolo di un emirato arabo verso un paese freddo e nebbioso, ma così libero e desiderato che sembra il paradiso terrestre. Nell’aeroporto inglese, scese dall’aereo, Emily e Lynn stanno aspettando di passare la dogana. Se qualcosa andasse storto, adesso, potrebbero essere rimandate indietro o arrestate.

Passare quella frontiera è l’ultimo ostacolo prima di sparire in mezzo alla popolazione inglese. Passano la dogana con in mano il loro passaporto. La guardia, fa passare le loro valigie ai raggi X. Emily stringe la mano di Lynn, così forte che Lynn vorrebbe potersi liberare, ma teme che qualcuno noti il suo gesto e si insospettisca. Quando la guardia, fa loro segno di passare, prendono le valigie con le mani tremanti. Si allontanano ed escono dall’aeroporto. L’aria è fredda, c’è odore di smog, clacson che suonano, gente frettolosa.

“E’ il paese più bello del mondo.”

“Si. Guarda, non c’è nessuno con il volto coperto.”

“Che cosa facciamo adesso?”

“Abbiamo denaro per qualche giorno, ci cerchiamo una stanzetta e un lavoro. Molti pub cercano personale.”

Il pub

La città offre molte opportunità di lavoro a due ragazze, belle e spigliate. Ecco che Emily e Lynn si presentano al proprietario di un pub e parlano del loro affiatamento e delle loro doti di pulizia, velocità, abilità culinarie, acquisite nel villaggio turistico. Il proprietario, un ragazzone di un metro e novanta, con i capelli neri e lunghissimi, le guarda e sorride. Le ragazze si accorgono subito che questo imprenditore è più interessato alle loro forme che alle loro capacità.

“Quando potreste incominciare?”

“Dobbiamo cercarci una stanza in zona e se ci riusciamo, domani potremo incominciare.”

“Allora è semplice. Fatemi fare una telefonata.”

L’uomo si allontana e compone un numero di telefono. Quando sente una voce, incomincia a parlare con una persona chiedendo se c’è una stanza con due letti e a che prezzo. Scarabocchia qualcosa su un foglio e interrompe la comunicazione.

“Fatto, ragazze. La signora Taylor, ha una stanza matrimoniale, dovrete adattarvi a dormire in due nello stesso letto, ma è qui vicino, non vi serve l’auto o il bus. L’affitto è modesto e io sono disposto a darvi uno dei due pasti.”

“Fantastico. Va bene. Possiamo vedere la stanza, portarci le nostre cose e farci una bella dormita? Domani saremo pronte a incominciare.”

“Vi aspetto domani sera alle 18. Si apre alle 20.”

“Ok. Grazie per il tuo aiuto.”

“Non deludetemi, vedrete che andremo molto d’accordo. Ricordatevi solo una cosa: dovete essere puntuali.”

“Tranquillo. A domani!”

L’affittacamere

Emily e Lynn vanno a vedere la camera della sig.ra Taylor. E’ una stanza luminosa, con le pareti coperte da carta a rose rosa. Pulita e profumata. Un grande armadio bianco e un bagno minuscolo ma funzionale.

“Mi dispiace, il letto non si può dividere…”

“Non si preoccupi signora, siamo cugine. Abbiamo dormito insieme molte volte. Andiamo d’accordo come se fossimo sorelle gemelle.”

“Va bene. Allora, quanto tempo vi fermate?”

“Non lo sappiamo, incominciamo a lavorare domani. Se il lavoro funziona, cercheremo una casa per conto nostro. Ci vorrà un po’. Lei ha bisogno della stanza?”

“Sino a quest’estate non mi serve. Avete 3 mesi di tempo.”

“Ce li faremo bastare.”

Quando la signora le saluta e chiude la porta, Emily abbraccia Lynn. Insieme tirano un lungo sospiro di sollievo. Lynn va in bagno, per farsi una lunga doccia calda, ma entra Emily.

“Che succede?”

“Ti metto in imbarazzo se entro anch’io nella doccia? Risparmiamo acqua calda.”

“Non m’imbarazzi, dopotutto mi hai lavata da testa a piedi più volte…”

Le ragazze entrano nella doccia e chiudono la porta, l’acqua calda incomincia a scorrere. Il vapore rende meno evidenti i dettagli. Lynn sente Emily sfregarle delicatamente la schiena con una spugna insaponata. Sente le sue mani massaggiarle le spalle e insistere nei punti della schiena che sono dolenti. Quando si volta, Emily si lascia insaponare delicatamente a sua volta.

Insieme

Lynn ed Emily si guardano negli occhi, sono pieni di lacrime, si abbracciano e si consolano a vicenda accarezzandosi le schiene e i volti, il dolore e la tensione si sciolgono e scivolano via con il sapone. Nelle carezze non c’è erotismo, c’è affetto e dolcezza infinita, c’è cura e comprensione. Emily non può fare a meno di chiudere gli occhi e di baciare sulle labbra Lynn.

Lynn s’irrigidisce per un momento, ma poi si abbandona a un caldo, profondo bacio.

Quando escono dalla doccia, si asciugano in un silenzio imbarazzato, s’infilano i pigiami e si mettono sotto le coperte. Spengono la luce. Le voci si abbassano in un sussurro, mentre i corpi si fondono in un abbraccio.

“Sei imbarazzata?”

“Si, un po’.”

“Ti voglio bene, Lynn. Dal primo momento che ti ho vista.”

“Sai. Se sono viva, è per merito tuo. Anch’io ti voglio bene, Emily. Ne abbiamo passate così tante, insieme….”

“Potrà capitare di nuovo che ci baciamo come prima? O preferisci amare un uomo?”

“Un uomo? Mi rivolta lo stomaco pensare alle mani di un uomo, dopo tutto quello che ho passato.”

“Tra un po’ di tempo…”

“Non credo. Mai più un uomo… No. Non voglio. Ti prego, Emily!”

“Va bene, Lynn. Non agitarti. Nessun uomo ti toccherà più, ti proteggerò io.”

“Grazie, Emily. E tu come la vedi?”

Sentimenti di vendetta

“Non mi fanno orrore gli uomini, ma sento più che altro un forte desiderio di vendetta: di far loro del male, torturarli come loro hanno fatto con noi. Sono una persona orribile!”

“Non sei orribile, Emily. Hai patito sei anni di torture. Chi ti potrebbe giudicare?”

Emily e Lynn chiacchierano ancora per un po’, sottovoce. Pianificano le spese, il lavoro. Si raccontano e trovano la complicità delle sorelle e degli amanti, il sonno le coglie abbracciate.”