Alice Racconto

Alice è un racconto che parla della figura “dell’altra donna”,  di un serio e rispettato professionista. Si rende conto di essere usata e sfruttata, quindi dice basta. Tronca una relazione senza futuro.
Drizza le spalle e, per evitare lo scontro diretto con l’amante, parte per un fine settimana al mare. Qui conosce un uomo, scopre subito che anche lui vorrebbe controllarla e sfruttarla. Alice ha deciso che nella propria vita non ci saranno più uomini così. Che bell’esempio di forza è Alice.

Lulu

“Sabato. Un sole radioso, un cielo limpido e una deliziosa arietta autunnale. Il profumo della salsedine che solletica il naso. Alice, dopo un’abbondante colazione, incomincia a camminare, fermamente decisa ad andare sulla spiaggia. Il lungomare è triste. Le palme sono avvolte da teli di plastica, non ci sono venditori ambulanti, ci sono pochissime persone che camminano frettolosamente e già imbacuccate nei cappotti.

Libertà e mare


Le spiagge sono senza sdraio e ombrelloni, la sabbia porta i segni delle mareggiate. Le onde sono alte. Alice si siede su un muretto e guarda il mare. Il colore è intenso, un verde scuro con grandi onde bianche che s’infrangono su un bagnasciuga sporco di alghe, legni e immondizia. Non ci sono bagnini abbronzati che aprono gli ombrelloni o che rastrellano la sabbia.
La sabbia, fine come sempre, è segnata dalle impronte dei gabbiani. Alice non sa resistere, si toglie le scarpe e le calze e appoggia titubante i piedi sulla sabbia. I piedi caldi, a contatto con la sabbia fredda e umida, trasmettono un forte brivido, la pelle si solleva, ma Alice non cede. Si alza in piedi, dà il tempo al corpo di abituarsi e poi, con decisione, incomincia a camminare su una spiaggia lunghissima, tutta per lei. Si avvicina all’acqua: è gelida, ma profuma di mare. Non sa di lozione solare, ha l’odore delle alghe, del pesce, dell’acqua. È il profumo più vero.

Il pescatore

Camminare sulla spiaggia è un piacere. Tutto è tornato a essere selvatico e naturale. Poco lontano c’è il porto, si vedono i pennoni delle barche che dondolano. Quando Alice arriva al porto si guarda intorno. Ci sono barche piccole a remi, ci sono motoscafi bianchi e poi c’è un peschereccio verde, un po’ male in arnese, con un uomo abbronzato che sta lavorando e cantando a squarciagola. È alto, bruno, abbronzatissimo, con una maglia che doveva essere rossa e un vecchio paio di jeans strappati. È a piedi nudi e con le maniche arrotolate. Canta una vecchia canzone dialettale di cui Alice capisce poco, ma la voce è ammaliante: calda e profonda.

C’è una grossa bitta poco lontano e Alice si siede cercando di non dare tanto nell’occhio. Quell’uomo ha qualcosa di magnetico.”