Girasoli – Racconto horror
Girasoli
Il racconto “Girasoli” è un racconto horror tratto dall’antologia: Orrore al sole 2021, pubblicato da Letteraturahorror
Il sole sta per sorgere sui campi di girasoli. Uno stormo di corvi nasce dalla colonna di fumo denso e grigio e si allontana gracchiando. Il casale che sorge tra quei campi è grande, alte mura chiare e un grande cancello di ferro arrugginito. Giulio e Renata sono stati qui. Di loro restano poche cose: la tenda arancione, i caschi gialli e la carcassa della moto ancora fumante.
La giovane coppia non c’è più. Una notte di terrore ha cancellato le loro vite.
A caccia di fantasmi
Quando non devono lavorare, amano viaggiare e scoprire nuove residenze infestate dai fantasmi.
«Renata! Prepara gli zaini e la tenda!»
Giulio è agitato ed eccitato. Renata sa che quel fine settimana sarà un’avventura.
«Dove andiamo?»
«In Toscana! C’è un casale abbandonato tra i campi di girasoli. È infestato. Abbiamo un video da girare e un mistero da risolvere!»
Renata è pronta, sicura che sarà un bel fine settimana eccitante. La moto sfreccia sull’autostrada. Renata ama Giulio e spera che Giulio possa realizzare un video con un vero fantasma. Imboccano il sentiero sterrato che porta al casale. È una grossa cascina con il tetto crollato. Un brivido gelido percorre la schiena di Renata, nonostante la giornata calda. Si lascia sfuggire una risata nervosa.
«Tutto bene?» Giulio dall’interfono l’ha sentita.
«Sì, ho solo provato un brivido. È inquietante. Deve essere infestato di sicuro!»
Giulio è concentrato sulle buche del sentiero. Il cancello non è chiuso a chiave, basta spingerlo con forza. Nel cortile Giulio spegne il motore. Gira lo sguardo su quella desolazione. La carcassa di una cinquecento bruciata, attrezzi agricoli arrugginiti ed erbe alte ovunque.
Il cascinale abbandonato
Sotto una tettoia c’è lo spazio per la tenda e la moto. La casa ha due piani. Il piano terra ha le persiane e le porte chiuse. Il primo piano lascia vedere le finestre che sono senza vetri. Giulio ha già la videocamera nuova in mano. Fiero dell’acquisto studia come attivare la visione notturna e cambiare le batterie. Tra poco incomincerà a registrare. Domani, avrà un nuovo video da pubblicare. Sarà un’esperienza indimenticabile.
Renata finisce di preparare il campo. Il silenzio assoluto attira la sua attenzione. Dentro quel cortile tutto tace. Si guarda intorno, la desolazione è assoluta e i segni di chi è passato di lì sono evidenti.
Dalle finestre del primo piano si agitano tendine sfilacciate. La chioma di un albero esce da una finestra, mentre da un’altra scivola lungo il muro una cascata di rampicanti. Forse un’ombra passa dietro a una tenda che un tempo era arancione.
«Sei pronta?»
Renata gli fa vedere le due torce che ha in mano, le tasche con le batterie di ricambio. È pomeriggio inoltrato, ma la luce ci sarà ancora per ore. La prima visita non porterà sorprese. Giulio si dirige verso la porta più vicina. Cede subito sotto il loro peso con uno schiocco e un cigolio inquietante che rimbomba nella casa.
Torna il silenzio. Sembra che tutto si blocchi, anche il pulviscolo nei raggi di luce. Renata è dietro Giulio, lascia che il fascio di luce li preceda. Quell’ambiente deve essere stato la cucina. C’è un tavolo con stoviglie in frantumi, una vecchia stufa e la bocca di un forno a legna. Il lavandino in pietra è distrutto. A sinistra, una porta si apre sulla stanza vicina. La scena è la stessa. Erbe che hanno invaso il pavimento, rampicanti sulle pareti, oggetti distrutti. Topi che corrono a nascondersi dopo essere stati illuminati dalla torcia, ma non prima di aver mostrato i denti.
Renata stringe la torcia e si arma di una vecchia scopa di saggina. Sa che deve tacere. Giulio sta registrando e lei non può rovinare il filmato con urla isteriche.
Tra la cucina e le scale che portano al piano superiore ci sono cinque stanze, grandi, invase dalle erbacce e da colonie di topi. I gradini sono in pietra, ma il mancorrente in legno è crollato. Il primo piano è una lunga fila di porte su entrambe i lati. Le aprono ad una a una. Cigolano. Rivelano stanze da letto e bagni. Toccare qualcosa vuol dire vederlo polverizzarsi sotto le dita.
Oscure presenze
Giulio entra in una stanza, davanti alla finestra una sedia a dondolo. Cigola e dondola come se qualcuno si fosse appena alzato. Nell’angolo più lontano un’ombra scura si stacca dal muro. Si ferma al limite del raggio di luce. Lunghe dita nere si allungano, occhi rossi si accendono. Giulio arretra, ma non smette di riprendere. Renata punta la torcia e l’essere si ritrae sino a scomparire nel muro. Resta una grossa macchia di muffa nera. Quattro passi indietro basterebbero per uscire dalla stanza, ma la porta sbatte alle loro spalle. Renata scuote con decisione la maniglia e alla fine, la forza vince sul legno marcio. Escono dalla stanza e la porta sbatte di nuovo alle loro spalle.
Renata illumina il lungo corridoio. Un ringhio sordo sembra arrivare dalla parete di fondo. Si accendono due occhi rossi e una bocca piena di denti bianchi gocciolanti di saliva. Un grosso mastino con la consistenza di un denso fumo nero sta venendo verso di loro. Sembra inconsistente, ma le unghie ticchettano sul pavimento, gli occhi e i denti sono reali.
Renata urla. Non può farne a meno. Tira con sé Giulio, apre una porta e si ritrova in un bagno. La muffa e l’umidità hanno coperto quasi tutto. L’odore è insopportabile. Si chiudono la porta alle spalle, ma l’animale sembra volerla sfondare. Sentono gli artigli grattare sullo stipite.
In fuga per sopravvivere
Presto quella porta cederà. C’è un’altra porta. Il bagno comunica con una stanza da letto. La porta di comunicazione sembra solida. Se la chiudono in fretta alle spalle. Spingono una cassettiera per bloccarla e fuggono dalla porta che affaccia sul corridoio, appena in tempo per sentire lo schianto del legno. Il corridoio sarà libero solo per un attimo, forse avranno appena il tempo di scappare.
Arrivano alle scale. Alle loro spalle il ringhio dell’animale e il ticchettio delle unghie sul pavimento. Scendono a precipizio. Sono fuori, ormai è notte. La moto è a pochi passi, pronta per la loro fuga. Renata corre, Giulio cerca le chiavi. Il serbatoio esplode e lo spostamento d’aria li spinge indietro. Confusi e frastornati si guardano intorno. La situazione è irreale, sono di nuovo al primo piano. Le porte incominciano a sbattere e tremare. Ormai il terrore si è impossessato di loro. Giulio non si rende neanche più conto di avere la videocamera accesa e puntata su una scena terrificante.
Decine di ombre scivolano dalle pareti. Si materializzano con grandi occhi rossi accesi. Volute di fumo escono dal pavimento e diventano gatti e mastini neri. Feroci, con occhi rossi e denti bianchi. Si avvinano inesorabilmente. Il suono che si sente è fatto di gemiti, soffi, ringhi e latrati.
Renata arretra, scende le scale a ritroso. Giulio tiene puntata la torcia e la videocamera. Inciampa e cade su Renata. Rotolano per un tempo infinito, con braccia e gambe che s’intrecciano e poi si spezzano. Rotolano ancora, battono la testa su gradini taglienti. Si ritrovano di nuovo al primo piano, come se non fossero mai scesi. Circondati da ombre nere non riescono più a muoversi. Le ossa rotte, il terrore, il dolore.
La fine
Le ombre li circondano, hanno grandi bocche. Giulio ha lasciato cadere la torcia. La luce si è spenta. A tentoni cerca la mano di Renata. Ha la certezza che quella è la fine. Stringe forte quella mano, mentre molte bocche mordono le sue carni. Renata urla tutto il suo terrore, lui non può muoversi e proteggerla. Il fumo nero li sovrasta completamente, l’odore del terrore e del sangue si mescola all’odore acre. Il suono delle bocche che masticano sembra sovrastare anche le loro urla.
Resteranno vivi sino agli ultimi morsi. Il terrore ha annebbiato il loro cervello e tutto sembra irreale. Solo il dolore è vero e tangibile. Quando di loro non resta molto, arriva il colpo di grazia, quello letale di un mastino che affonda i denti nelle loro gole. Il corridoio si svuota lentamente, con il fumo che torna ad attraversare le pareti. Dai corpi scarnificati si alzano due fantasmi che diventano presto fumo. Il sole sta per sorgere sui campi di girasoli.